21/11/14

Terminata la seconda missione in Veneto della Commissione Parlamentare inchiesta sui rifiuti (Ecomafie)


Svolte più di venti audizioni sulla situazione nelle province di Padova, Rovigo e Treviso. Al centro dell’attenzione il caso Coimpo di Adria, il trattamento dei fanghi, il traffico transfrontaliero di rifiuti e la dismissione della centrale di Porto Tolle
La commissione parlamentare d’inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti ha terminato oggi la seconda missione in Veneto. La delegazione parlamentare, guidata dal presidente onorevole Alessandro Bratti, era composta dai deputati Stefano Vignaroli, Miriam Cominelli, Alberto Zolezzi, Filiberto Zaratti e dai senatori Paolo Arrigoni, Bartolomeo Pepe, Laura Puppato. L’attività durata tre giorni ha riguardato l’approfondimento della situazione nelle province di Padova, Treviso e Rovigo. Sono stati auditi, tra gli altri, i procuratori che si sono occupati di indagini nelle materie d’interesse della commissione, il procuratore della Repubblica di Venezia (sede della Dda), il comandante del Noe di Venezia, i comandanti provinciali della Guardia di finanza, i comandanti del Corpo forestale dello Stato, le associazioni imprenditoriali e ambientaliste.
La commissione ha approfondito con particolare attenzione l’incidente dello scorso settembre presso l’impianto della Coimpo di Ca’ Emo, Adria, che ha comportato la morte di quattro lavoratori. Su questo tema sono stati ascoltati il procuratore della Repubblica di Rovigo e il comandante della compagnia dei carabinieri di Adria. I parlamentari hanno quindi incontrato ed audito i rappresentanti delle principali associazioni ambientaliste del territorio e i comitati di Ca’ Emo.
Partendo da quanto accaduto nell’impianto Coimpo, la commissione ha approfondito l’impatto ambientale derivante dagli impianti di trattamento dei fanghi, particolarmente attivi nella provincia di Rovigo. Tra i temi approfonditi nel corso delle audizioni vi è anche l’attività di produzione di materiali destinati all’edilizia e ai sottofondi stradali derivati da rifiuti speciali. Un settore, questo, particolarmente delicato, che ha visto diversi indagini in Veneto (tra i casi analizzati nel corso delle missioni in Veneto l’autostrada della Valdastico e la realizzazione di una parte del parcheggio dell’aeroporto di Venezia). La commissione ha poi ascoltato la relazione della dirigenza dell’Enel sulla centrale dismessa di Porto Tolle. Nel corso dell’audizione l’azienda ha comunicato l’intenzione di avviare la fase di riconversione dell’impianto, dopo la bonifica dei luoghi, fase che la commissione seguirà con attenzione. In questo senso la delegazione dell’Enel ha comunicato che sarebbero già stati eliminati i carburanti presenti nei serbatoi e altri materiali pericolosi. Il Corpo forestale dello Stato ha relazionato, tra l’altro, sull’attività dei centri di stoccaggio e trasferimento di rifiuti speciali (pericolosi e non pericolosi) presenti soprattutto nella provincia di Treviso, che accolgono, lavorano e smistano materiali provenienti da diverse province e da altre regioni italiane. Fino al 2009 - hanno spiegato gli ufficiali auditi - esisteva in flusso consistente dal nord Italia al sud, soprattutto verso impianti della regione Puglia. Negli ultimi anni il flusso è cambiato, dirigendosi verso i paesi del nord Europa. Rimane in questo settore il problema della miscelazione dei rifiuti speciali, che impedisce il corretto tracciamento dei materiali e le analisi specifiche per la verifica della correttezza dello smaltimento finale. Nel corso delle audizioni sono poi emerse importanti criticità sulla qualità dell’acqua in alcune zone colpite da contaminazioni da sostanze pericolose, a volte non normale e quindi difficilmente controllabili.

Padova, 21 novembre 2014

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