31/10/14

Da il Fatto Quotidiano: scelte discutibili su Arpa Lazio


Dopo la nomina a dg dell'Arpa di Marco Lupo, uomo di fiducia di Stefania Prestigiacomo, ecco i nuovi vicedirettori: Sergio Marchi e Maria Grazia Pompa. Il primo fu tra i più attivi nel sistema di assunzioni sospette dell'Atac; la seconda è la "protetta" di Luca Fegatelli, arrestato per associazione a delinquere

E il Pd targato Zingaretti affidò l’Ambiente alla destra. Due settimane fa la nomina del direttore generale dell’Arpa: Marco Lupo, uomo di fiducia di Stefania Prestigiacomo, ex consulente della ministra alle Pari opportunità. Ora arrivano le nomine dei vicedirettori Arpa: Sergio Marchi e Maria Grazia Pompa. Prima di descrivere i nuovi vertici dell’Agenzia che vigilerà sull’ambiente, è il caso di ricordare quali interessi sono in ballo a partire dai prossimi mesi. Ne citiamo soltanto alcuni: la centrale termoelettrica a carbone dell’Enel e la Turbogas di Civitavecchia della società Tirreno Power del gruppo Sorgenia, che appartiene alla famiglia De Benedetti. E ancora: la Turbogas di Aprila, sempre del gruppo Sorgenia. Poi l’inceneritore di Malagrotta, di Manlio Cerroni i gassificatori di Colleferro e San Vittore, i progetti sulle centrali a Biomasse nella provincia di Frosinone. Ora, con le scelte firmate Zingaretti, chi guiderà l’agenzia che dovrà rilasciare, verificare e controllare le autorizzazioni ambientali di tutti gli impianti industriali?
L’ex assessore silurato da Alemanno
Sergio Marchi è stato assessore ai trasporti, al Comune di Roma, della Giunta Alemanno. Viene sostituito nel 2011 quando scoppia il caso “ParentopoliAtac che porta la procura di Roma a indagare su otto persone per 49 assunzioni sospette. Tra parenti, mogli, fidanzate, amici e amici degli amici, l’Azienda per la mobilità del Comune di Roma era diventata un vero e proprio postificio. Marchi, seppur non coinvolto nell’inchiesta, è stato tra i più attivi nel sistema di assegnazioni pilotate dei posti di lavoro: tra gli assunti ci finiscono anche la sua fidanzata, la segretaria particolare, la figlia di quest’ultima. Di Sergio Marchi parla il suo collega Marco Visconti, assessore all’Ambiente del Comune che finirà indagato nell’inchiesta, in un’intercettazione telefonica definita dai pm, negli atti, una vera e propria ammissione.

“Se ne sistemi 12 sei un cretino”
Visconti parla al telefono con il consigliere Francesco Maria Orsi. Commentano il caso Atac. I due discutono sull’opportunità di Marchi, che non sarà mai indagato – di consegnare la delega ai Trasporti: “Cioè, se tu assessore – dice Visconti a Orsi – te metti 10 o 12 persone tutte da anni riconducibili a te, e te le sistemi tutte, sei un deficiente, punto”. Non resta altra scelta – dice Visconti – che le dimissioni, “Come scoppia ‘sta cosa, t’hanno scoperto er culo, vai dal Sindaco e rassegni le dimissioni e la pratica si chiude…”. Marchi viene poi allontanato da Alemanno, ma non cade nell’oblio.

Sempre in sella
Il tempo di calmare le acque e per lui c’è una nuova poltrona come capo segreteria di Isabella Rauti, componente dell’ufficio di Presidenza del consiglio regionale del Lazio e moglie del sindaco. Posto che Marchi conserva fino alla fine della legislatura Polverini. Il Pdl lo ricandida alla Presidenza del I municipio di Roma nell’elezioni del 2013 ma perde al ballottaggio con la sfidante del Pd, Sabrina Alfonsi. Ora per lui la nomina di Zingaretti a vicedirettore Arpa Lazio con uno stipendio di 120 mila euro all’anno. L’altro vice direttore, che affiancherà Marchi e il direttore Marco Lupo, è Maria Grazia Pompa per la quale è previsto uno stipendio analogo a quello di Marchi. Chi è Maria Grazia Pompa? Lo scopriamo dalle carte di un’inchiesta in cui, è bene precisare, non è indagata.

La “protetta”
Viene descritta come la “protetta” di Raniero De Filippis e Luca Fegatelli, funzionari della Regione Lazio, arrestati a gennaio scorso, per associazione a delinquere finalizzata al traffico illecito di rifiuti e truffa insieme con Manlio Cerroni, patron della discarica di Malagrotta e altre cinque persone. Pompa – si legge negli atti – prende il posto di Riccardo Ascenzo, alla direzione dell’area rifiuti, proprio per volontà dei suoi protettori. Il punto è che Ascenzo sta creando parecchi problemi a Cerroni: per l’accusa, infatti, Ascenzo “mette il dito nella piaga” nel sistema delle tariffe dei rifiuti. E al suo posto arriva Maria Grazia Pompa, la “protetta” di Fegatelli, accusato d’aver consentito alle società del Gruppo Cerroni di “confezionare la tariffa in relazione alle proprie esigenze”. Il Gip Massimo Battistini scrive: “Appare evidente la correità dei funzionari regionali al gruppo criminale, e segnatamente dei soggetti che operano in sottordine rispetto al Fegatelli: Maria Grazia Pompa e Manuela Manetti – non indagate, ndr – firmatarie di molte note”.

Quella strana diffida
Nella fase conclusiva della giunta Polverini, a febbraio 2013, Pompa diffida il Gse (Gestore dei servizi energetici) a stipulare la convenzione definitiva con il consorzio Co.E.Ma – di Cerroni, Acea e Ama – per la realizzazione dell’inceneritore ad Albano Laziale. Un passaggio fondamentale, che avrebbe consentito alla cordata di ottenere lo sblocco di 500 milioni di euro di incentivi per costruire. Ma c’è un piccolo dettaglio, del quale, Pompa, pare non accorgersi: l’ordinanza che autorizza la costruzione dell’impianto è illegittima. E infatti, proprio per questo motivo, il Gse si rifiuta di sottoscrivere la convenzione. Non era un “dettaglio” difficile da conoscere: Pietro Marrazzo, ex governatore e commissario straordinario per l’emergenza rifiuti, emanò l’ordinanza soltanto dopo aver cessato i suoi poteri di commissario. L’atto fu bocciato prima da una sentenza del Tar, nel 2010, poi dal Consiglio di Stato, nel 2012. Ma nel 2013 la Pompa diffida comunque il Gse a stipulare la convenzione con Cerroni. A sollevare il caso è stato il comitato no Inc di Albano Laziale che ha presentato in procura una denuncia nei confronti dei dirigenti dell’area rifiuti della Regione.

IlFattoQuotidiano.it ha contattato l’ufficio stampa del Governatore Zingaretti che senza entrare nello specifico della vicenda spiega che, i vice direttori nominati dal Presidente del Lazio, previsti nell’atto istitutivo dell’Arpa “sono frutto d’intese condivise all’interno dell’Assemblea regionale, per garantire il pluralismo delle forze politiche presenti”.

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