04/01/14

Ilva: Pd, Camera discute conversione decreto dal 13 al 19

" Il decreto legge n.136 del 2013, che contiene alcune norme sull'Ilva di Taranto sarà discusso nei prossimi giorni in Parlamento per la sua conversione in legge.

Sarà all'ordine del giorno della Camera nella settimana dal 13 al 19 gennaio". E' in particolare la commissione Ambiente, presieduta da Ermete Realacci, che si occuper¡ del testo che contiene anche norme per la "Terra dei Fuochi" in Campania. Lo ha annunciato il Pd di Taranto in una conferenza stampa che si è svolta oggi. Il Pd è convinto: l'ultimo decreto legge contiene le condizioni per finanziare i lavori di risanamento ambientale dell'Ilva di Taranto. Lo aveva detto nei giorni scorsi il presidente della commissione Ambiente, Ermete Realacci, ed oggi a Taranto il parlamentare Michele Pelillo ha dichiarato che col nuovo provvedimento "i commissari dell'Ilva dovrebbero essere nelle condizioni di chiedere le risorse alla Procura di Milano che ha sequestrato 1 miliardo e 900 milioni della famiglia Riva". Il riferimento è ai soldi sequestrati ai Riva per reati fiscali e valutari poiche' sul sequestro dei beni e dei conti del gruppo Riva, disposto dal gip di Taranto, è intervenuto nei giorni scorsi il dissequestro della Corte di Cassazione che ha annullato i provvedimenti precedenti (ordinanza dello stesso gip a fine maggio e convalida a met¡ giugno da parte del Tribunale del Riesame). "Bisogna avere consapevolezza - ha detto oggi Pelillo - di quanto lo Stato, dopo cinquant'anni di assenza e negligenze, stia facendo per risolvere il problema e di come sia forte la volonta' politica, in questo momento, di trovare una soluzione che tuteli da una parte la vita e la salute dei tarantini e dall'altra la produzione e il lavoro".
Oggi, con una conferenza stampa a Taranto, il Pd ha avviato "una grande campagna al suo interno e in ogni comune della provincia per informare, confrontarsi e acquisire maggiore consapevolezza da trasferire a tutti i cittadini. Può essere una svolta epocale per il nostro territorio, anche in termini di rilancio economico e di sviluppo  ha affermato oggi il Pd e tutti devono essere informati di quello che sta accadendo". Il tema delle risorse da assicurare agli interventi dell'Autorizzazione integrata ambientale resta dunque cruciale. Solo che a differenza del commissario dell'Ilva, Enrico Bondi, che una settimana fa, nell'audizione alla commissione Ambiente della Camera, ha proposto di provare a verificare con i Riva la loro disponibilita' ad un aumento di capitale dell'Ilva, perchè anche questa soluzione darebbe all'azienda forza per contrattare con le banche maggiori linee di credito da usare per l'Aia, il Pd sembra orientato su una linea piu' interventista. Infatti, il coinvolgimento dei Riva nell'aumento di capitale che Bondi ha auspicato anche alla luce del dissequestro della Cassazione presuppone almeno un confronto con gli stessi Riva, i quali restano proprietari dell'Ilva anche se questa da giugno è commissariata per 36 mesi in base alla legge 89 del 2013. Invece la richiesta all'autorit¡ giudiziaria di mettere a disposizione dei commissari i soldi sequestrati ai Riva anche per reati diversi da quelli ambientali, cosa peraltro espressamente prevista dal nuovo decreto legge, non sembra lasciar spazio a ipotesi diverse. Compreso quella, prevista anch'essa dal decreto, che i Riva finanzino la bonifica dello stabilimento dopo la richiesta del commissario. Il decreto, infatti, in prima istanza obbliga i Riva a finanziare i lavori su richiesta del commissario. Questi, poi, può rivolgersi ai magistrati chiedendo l'uso delle somme solo in caso di rifiuto dei Riva a farsi carico dell'obbligo.
Ma la querelle sul finanziamento dell'Aia non è l'unica a dominare la questione Ilva, sebbene il commissario Bondi alla Camera sia stato molto chiaro e abbia detto che senza risorse adeguate, i 6-700 milioni di interventi previsti in quest'anno sono a rischio. Negli ultimi giorni, infatti, si è anche inasprito lo scontro tra Ilva e Arpa da un lato e l'ala più radicale del movimento ambientalista tarantino dall'altra, in particolare Peacelink e Fondo antidiossina onlus. E oggi anche il Pd di Taranto, in una conferenza stampa convocata sull'ultimo decreto legge, ha contestato le posizioni di parte del mondo ambientalista ritenendole pregiudiziali e parlando altresì di "minoranza chiassosa". A creare nuovo attrito sono stati i rilievi, fatti con un analizzatore portatile da Alessandro Marescotti, di Peacelink, sugli Ipa, gli idrocarburi policiclici aromatici, e quanto registrato il giorno di Capodanno nell'area sopra lo stabilimento dell'Iva. Nel caso degli Ipa, Peacelink ha parlato di valori emissivi riscontrati in alcuni quartieri di Taranto più distanti dal siderurgico, superiori a quelli accertati nel rione Tamburi, che con lo stabilimento è confinante.
Nell'altro caso, invece, gli ambientalisti hanno parlato di "preoccupante nube" che l'1 gennaio sovrastava l'Ilva, paragonandola ad una specie di "fungo atomico", e annunciato che invieranno alla Commissione Europea - che ha aperto verso l'Italia una procedura di infrazione sul caso Ilva - foto e filmati relativi a quanto osservato."Nessuna anomalia, nessun fungo atomico" ha subito replicato l'Ilva, facendo riferimento ai valori emissivi registrati dalle centraline Arpa, e chiarendo che la percentuale elevata di umidità  riscontrata l'1 gennaio ha creato un particolare effetto visivo. Sugli idrocarburi policiclici aromatici, invece, l'Arpa ha negato "fondamento scientifico" ai rilievi fatti. "Se si osserva un studio sull'inquinamento di Mottola, che è un comune vicino a Taranto, fatto con lo stesso sistema usato da Peacelink, si notano livelli di Ipa superiori a quelli di Taranto città . Questo perchè negli Ipa c'è pure l'inquinamento da traffico" osserva Giorgio Assennato, direttore generale di Arpa Puglia.Polemiche si aggiungono a polemiche, quindi, perchè già altre volte Arpa e ambientalisti si sono trovati su posizioni contrapposte. E lo scontro non è finito perchè ora Peacelink annuncia una controreplica sia ad Arpa che ad Ilva.

(AGI)



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